Marco Massaia è il nuovo chef del Gagini

Un nuovo modo di vivere il Gagini

Palermo, 21.01.25 – Una nuova stagione di emozioni, innovazione e condivisione si apre al ristorante Gagini di Palermo con l’arrivo dello chef Marco Massaia, pronto a portare il suo talento e la sua visione contemporanea in uno dei luoghi simbolo della cucina d’autore.

 

Classe 1987, originario di Torino e laureato in Giurisprudenza, Marco Massaia ha trasformato la sua passione per il cibo in un percorso di vita e professionale che lo ha condotto alla scoperta delle radici culinarie italiane. Fortemente legato alla cucina contadina e alla valorizzazione delle materie prime locali, Massaia ha saputo esprimere il proprio stile unico combinando innovazione, estetica e convivialità.

 

L’arrivo di Marco Massaia segna un importante momento di svolta per il Gagini e per tutto il panorama gastronomico palermitano. Il nuovo chef si pone l’obiettivo di creare un ponte tra la raffinatezza e i codici dell’alta cucina e l’attitudine calorosa e conviviale che caratterizza la filosofia del ristorante e di tutte le attività della Virga & Milano.

Un nuovo modo di vivere il Gagini
 

“Con Marco ed una sala totalmente rinnovata vogliamo intraprendere un nuovo modo di comunicare la nostra filosofia.
I clienti saranno il fulcro di una nuova esperienza che esplorerà nuovi linguaggi culinari che rispettino tutte le caratteristiche fin qui trasmesse dal Gagini e soprattutto i canoni del fine-dining che riteniamo non essere un’esperienza finita, ma un nuovo modo di interpretarla.”
– Franco Virga

 

Lo chef – Marco Massaia

Classe 1987 Torinese, laureato in Giurisprudenza ma grande appassionato di cucina e del
cibo, come mezzo di espressione.
Sin da subito decide di seguire le sue passioni ed intraprendere un percorso verso la
ristorazione contadina, e la storia culinaria del territorio in cui nasce, delle materie prime
locali e dei sapori più autentici.
La curiosità verso il cibo, le storie umane ad esso legate, e la volontà di crescere come
cuoco e come essere umano, attraverso la scoperta di nuove strade, lo porta ad esplorare
altri continenti, quindi Marco si sposta in Australia dove si dedica all!agricoltura Biologica,
avvicinandosi al mondo della cucina ancestrale, e alle radici storiche e culinarie di quel
territorio.
A distanza di due anni ritorna in Italia e dopo un!esperienza mirata a perfezionare
l!esecuzione dei piatti con una accurata verifica nei gesti, lo troviamo infatti a Milano, con
il compianto Vittorio Fusari, grazie a cui cresce professionalmente nel mondo del Fine
Dining.
La instancabile sete di conoscenza e voglia di mettersi in discussione lo spinge poi a
lasciare Milano per spostarsi per circa due anni a Shangai per conoscere le tecniche e le
tradizioni della cucina Asiatica.
A questo punto però, Marco comincia a sentire in maniera forte il richiamo delle sue radici,
umane e gastronomiche, e a ritornare quindi in Italia, nella sua città natale: Torino.
Nel capoluogo piemontese inizia a condividere un!”esperienza formativa di avvicinamento
al vino naturale, e al mondo dei produttori artigiani che in quelle zone è particolarmente
vivace.
Per cinque anni, infatti la sua esperienza professionale si interseca con quella di un duo di
ristoratori non solo nel panorama piemontese ma anche italiano ed europeo:
Gherra\Vergano, questo sodalizio lavorativo sarà foriero di riconoscimenti importanti nel
panorama gastronomico come le guide dell!Espresso, Gambero Rosso e Identità Golose,
guide che lo inseriranno ad unanimità nel novero dei talenti rivelazione tra gli chef italiani.
È il 2019 quando il giornalista Federico De Cesare Viola lo identifica come uno dei
migliori Chef Under 35 in Italia, riconoscendo il suo talento, la sua professionalità e dando
la meritata visibilità al suo percorso professionale.
La storia professionale di Marco continua poi al Resort Radici, nel Monferrato per 4 anni,
dove affina ancora di più le tecniche e la sensibilità del fine dining, e giocato però su un
approccio più agricolo, ancestrale e realista, lontano dalle eccessive formalità e delle
etichette, mettendo a punto uno stile personale in cui eleganza e materialità della proposta
culinaria vanno sempre, di pari passo.